La grammatica italiana è molto importante ed è la prima cosa che impariamo a scuola da bambini. Tutti noi, nessuno escluso, dovremmo conoscerla alla perfezione per scrivere e parlare nel modo giusto. Tuttavia a volte, specie nell’era dei social e del digitale, capita di imbattersi in forme non corrette dal punto di vista della lingua, ma erroneamente molto usate. Per questo, chi non ama troppo i libri e la letteratura potrebbe farsi sopraffare da qualche dubbio.
In questo articolo la domanda è: si scrive “va bene” oppure “vabbene”? Sono corrette entrambe le forme o una delle due non va per niente bene, già che ci siamo?
Vediamo insieme come scriverlo correttamente.
Scrittura e pronuncia delle parole
Molti errori, o meglio, “orrori” grammaticali, derivano dal modo di pronunciare una determinata parola o espressione, che varia in base al dialetto e alla cadenza tipica di una regione. Questo ci porta a scrivere ogni parola facendoci guidare dalla fonetica, da come siamo abituati a pronunciarla, credendo che sia giusto così.
Specialmente al Sud, infatti, nel parlato si tende a raddoppiare le consonanti, calcando e accentando alcune sillabe e trasferendo lo stesso errore su carta, quando si scrive. Da qui nasce la convinzione che “vabbene” non sia sbagliato. Nella forma parlata, l’accento viene infatti posto sulla A, e si è portati a raddoppiare la B, unendo le due parole. Nella forma scritta, tutto ciò non ha valore. Esistono molti altri casi simili, e altrettanti dubbi, ma la verità è che le regole grammaticali non hanno nulla a che vedere con il modo di pronunciare una parola, che andrebbe eventualmente corretto studiando dizione, come sono costretti a fare molti attori e personaggi dello spettacolo.
Senza alcun dubbio, quindi, la forma corretta è assolutamente “va bene”.
È molto grave scrivere “vabbene”?
Dal momento che la sola e unica forma corretta e grammaticalmente accettata è “va bene”, sì, è un errore abbastanza grave. È bene saperlo, se si desidera scrivere senza commettere obbrobri.
In questo articolo ci siamo soffermati a parlare di “va bene”, ma la differenza tra la forma parlata e la forma scritta vale anche per tantissime altre espressioni per le quali si commettono più o meglio gli stessi sbagli, o si hanno gli stessi dubbi: uno dei più eclatanti (ma che segue gli stessi principi di “va bene”) è “apparte” invece del corretto “a parte”, così come anche “apposto” (che altro non è che il participio passato del verbo “apporre”) invece di “a posto”.
Per cui, fate attenzione quando scrivete!