Operatore olistico: quali sbocchi lavorativi?

Operatore olistico: quali sbocchi lavorativi?

Sempre più spesso si sente parlare di operatori olistici. Ma di che tipo di lavoro si tratta, quale tipo di formazione serve per diventarlo e come si può fare carriera in questo ambito? L’operatore olistico nasce come figura professionale che opera nell’ambito della medicina alternativa.

Il termine olistico fu inventato nel 1920 da Jan Smuts, politico e filosofo originario del Sudafrica. Smuts nel suo trattato dal titolo Holism and Evolution utilizza la parola greca “hòlos”, ovvero globale, totale (fonte https://www.naturalebio.com/). Un operatore olistico si occupa quindi di mente, corpo e ciò che li circonda a 360°. Il suo fine è quello di permettere all’individuo di trovare un equilibrio totale e armonico tra corpo e mente, agendo sulle cause che provocano disequilibrio.

Cosa fa un operatore olistico?

Cosa fa in pratica un operatore olistico del benessere? Come anticipato il suo obiettivo è di facilitare un equilibrio psicofisico nei suoi assistiti. Per farlo, utilizza tecniche esclusivamente naturali, quali i massaggi, i movimenti corporei, la stimolazione energetica, la meditazione ed eventualmente preparati di origine naturale.

Il ritrovamento dell’equilibrio psicofisico passa quindi per uno stile di vita sano, per il rispetto di mente, corpo e della natura che circonda l’uomo. L’operatore olistico non è quindi un medico e non utilizza farmaci di alcun tipo. Non fa diagnosi, ma può aiutare stimolando la persone con trattamenti manuali, stimolazioni energetiche o rimedi naturali, che potranno lavorare in sinergia con eventuali trattamenti medici già in corso.

Come si diventa operatore olistico?

Non ci si può improvvisare operatore olistico, ma è necessario frequentare corsi e conseguire una formazione, presso enti accreditati, come quelli di https://www.artecorpo.it/ dove, a seconda del corso che si sceglie, sarà possibile ottenere un attestato per lavorare come professionista del settore.

Le specializzazione sono diverse, e possono includere naturopatia, massaggi olistici ed energetici, riflessologia plantare, fiori di Bach. A seconda delle proprie caratteristiche personali ed ambizioni, sarà quindi possibile focalizzarsi sull’approccio più adatto, tenendo a mente che ognuno di questi percorsi è un tassello atto a portare equilibrio alla persona seguita.

Dove può lavorare un operatore olistico

Una volta formato, quali sono gli sbocchi lavorativi per un operatore olistico? Questa figura professionale potrà trovare collocazione presso centri spa, centri termali, centri benessere e fitness, oltre che in hotel con servizio spa e navi da crociera. Il lavoro può essere svolto come dipendente, nel caso in cui si ricerchi una figura di operatore olistico disponibile in modo esclusivo.

Molti operatori olistici scelgono di esercitare la libera professione, aprendo la propria partita IVA. Questo permette di avere più libertà nella scelta del luogo di lavoro, in quanto sarà possibile collaborare con altri professionisti del benessere, facendo squadra. Allo stesso modo è possibile aprire il proprio studio privato, così come centro massaggi o estetico e registrandosi alla CCIAA si otterrà dalla Camera di Commercio l’attestazione della propria attività nel quadro del codice ATECO 96.04.10 ed essere completamente indipendente, o anche decidere di spostarsi e di recarsi a domicilio dai propri clienti.

In quest’ultimo caso è bene pensare che sarà necessario spostare l’attrezzatura, come il tatami o il lettino da massaggio, ogni volta che ci si sposta. L’operatore olistico può anche essere un lavoro secondario, da svolgere in concomitanza con un altro lavoro principale. Le opportunità in questo campo sono davvero molte in quanto si tratta di una professione che sta prendendo sempre più piede in Italia.

Quali sono le terapie olistiche

L’obiettivo principale di un operatore olistico è quello di ristabilire l’equilibrio psicofisico del paziente. Per fare ciò, il professionista sceglie di adottare una delle tante pratiche che fanno parte del mondo olistico.

Vediamo le principali:

  • yoga: una delle tecniche più utilizzate visto che, attraverso il mantenimento di alcune posizioni e il controllo del respiro, si porta il paziente a una maggiore consapevolezza, avvicinandolo alla meditazione;
  • osteopatia: l’osteopata interviene manualmente, attraverso una serie di manipolazioni, su alcune zone del corpo per ristabilire l’equilibrio dell’intero organismo;
  • agopuntura: si tratta molto probabilmente della tecnica olistica più antica, consiste nell’uso di speciali aghi nei punti del corpo chiamati anche “meridiani”;
  • riflessologia: è una tecnica di massaggio che, attraverso la stimolazione di alcuni punti di mani e piedi, va a migliorare il funzionamento degli organi interni.

Oltre a queste pratiche, che sono comunque già utilizzate con successo da diverso tempo, ce ne sono altre meno “invadenti”. Alcuni esempi? L’aromaterapia, la cromoterapia e la cristalloterapia che sfruttano, rispettivamente, le proprietà degli oli essenziali, dei colori e dei cristalli per ristabilire l’equilibrio psicofisico del paziente.

I massaggi olistici

Saper effettuare un massaggio olistico, è uno dei requisiti che un operatore olistico deve dimostrare di possedere per poter svolgere questa professione. Il massaggio olistico, infatti, cambia da persona a persona visto che il professionista, dopo aver tenuto un colloquio conoscitivo con il paziente, potrà personalizzarlo in base alle criticità da andare a risolvere.

A differenza dei tradizionali massaggi (come quelli decontratturanti), infatti, sono dei trattamenti che vanno solitamente a intervenire su tutto il corpo. L’obiettivo finale dei massaggi olistici è di andare a di sbloccare quei canali secondo cui, secondo la medicina orientale, scorre l’energia vitale di ogni individuo e ripristinare il flusso vitale originale.

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