Come diventare traduttore: requisiti richiesti e sbocchi lavorativi

Come diventare traduttore: requisiti richiesti e sbocchi lavorativi

Quella del traduttore è una professione che offre delle grandi opportunità lavorative. Si tratta di un lavoro che richiede specifici requisiti e necessita di seguire percorsi formativi appositi. Lo sbocco nel mondo professionale varia, come per tutte le professioni, a seconda del contesto sociale ed economico in cui si vive.

Per capire quali sono i requisiti per diventare traduttore e di cosa si occupa, abbiamo chiesto consigli ad atistudio.it, agenzia di traduzioni professionali. Inoltre in questo articolo scopriamo qual è il suo inquadramento a norma di legge e quanto guadagna.

Come diventare traduttore

Il principale pre-requisito è la predisposizione per le lingue straniere. Bisogna possedere un titolo di studio idoneo oppure avere un’esperienza acquisita che manifesti le abilità richieste al traduttore. Non ci sono percorsi scolastici obbligatori. Si può studiare da soli ed esercitarsi sia sui libri che nella pratica oppure seguire dei corsi.

E’ preferibile diplomarsi presso un istituto linguistico e frequentare poi la facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Un altro corso universitario potrebbe essere quello di Mediazione Linguistica o un corso mirato per interpreti e traduttori.

Conoscere una lingua straniera significa approfondire la cultura letteraria, storica e sociale e i termini tecnici. E’ importante acquisire nozioni sul Paese di provenienza, ovvero sul contesto generale: persone, luoghi, situazioni.

Requisiti richiesti per diventare traduttore

Con l’avvento della tecnologia e dei supporti informatici anche il lavoro del traduttore è molto cambiato. Oggi non si utilizzano più polverosi tomi e dizionari cartacei ma i CAT tools, ovvero dei software di traduzione.

Il mestiere del traduttore rimane oggi come ieri basato sulla puntualità nella consegna dei lavori e su una grande precisione. L’autogestione è una delle principali qualità del traduttore. Svolgendo il suo lavoro in autonomia deve saper organizzare ogni aspetto, in modo da stare nei tempi e portare a termine i progetti prefissati. Ricordiamo che un traduttore può lavorare in smart working da casa, presso una casa editrice o un’azienda.

Cosa fa un traduttore?

Il traduttore si occupa di raccogliere materiali e strumenti necessari alla trasposizione per poi produrre bozze ed esempi di traduzioni. Questo accade nella fase iniziale, poi si occupa della traduzione vera e propria del testo.

La fase successiva è quella della revisione dei testi, mettendo a confronto quello e tradotto con quello originario. Vanno eseguiti attenti controlli sulla grammatica, la coerenza linguistica, la sintassi e gli errori di battitura. Il testo deve rispecchiare quello originale e non deve mancare uno scrupoloso controllo della punteggiatura.

Il traduttore giurato

Il traduttore giurato è la figura professionale che opera all’interno dei Tribunali e ricopre il ruolo di un consulente tecnico. I suoi testi sono destinati ad un’utenza diversa da quella del traduttore classico. Deve essere iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici di Ufficio e lavorare a stretto contatto con il giudice.

Il suo lavoro consiste nel tradurre sentenze, contratti, lauree, certificati di nascita e bilanci. Si occupa della traduzione di tutti i documenti di natura giuridica che vanno trasmessi agli atti trascritti.

Inquadramento a norma di legge

Il traduttore può lavorare sia come dipendente presso una casa editrice o un’agenzia sia come libero professionista. Nel primo caso avrà un contratto regolare part-time o full time e riceverà la busta paga, come prevede ogni contratto di lavoro subordinato. Orari di lavoro e guadagni variano a seconda del tipo di contratto stipulato, le cui basi sono quelle dettate dal CCNL.

Il traduttore freelance deve aprire la Partita Iva, che richiede l’iscrizione alla Camera di Commercio. Ad ogni prestazione lavorativa il professionista rilascia regolare fattura. In alcuni casi, in particolare quando si tratta di lavori occasionali, e solo entro precisi limiti, il traduttore può lavorare tramite ritenuta d’acconto.

Sbocchi lavorativi

Per trovare lavoro occorre stabilire una rete di contatti a partire dai corsi, dalle fiere, dai convegni e dagli eventi che si presentano. Le opportunità lavorative possono crescere tramite il passaparola, specie per il libero professionista. Da non trascurare l’iscrizione ai siti specializzati ed associazioni di traduttori.

Rivolgersi direttamente alle case editrici, alle agenzie letterarie e ai forum di editoria è un altro modo per trovare lavoro. E’ fondamentale inviare il curriculum vitae ed anche una proposta editoriale inedita cioè la traduzione di un testo non ancora tradotto.

Quanto guadagna un traduttore?

Il traduttore che lavora alle dipendenze di una casa editrice o un’agenzia avrà uno stipendio stabilito dal contratto. I guadagni di un traduttore freelance varieranno in base al carico di lavoro e ai progetti di cui si occupa per cui la retribuzione non sarà mai fissa.

In Italia la retribuzione media di un traduttore si aggira sui 1500 euro netti al mese. Il libero professionista ad inizio carriera può guadagnare meno di 1000 euro al mese. Vedrà crescere i suoi introiti anche fino a 3000 euro, ma solo una volta che si è affermato come traduttore.

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